di Maria Vittoria Pinotti
L’architetto Adolf Loos nelle sue vivaci riflessioni circa la poetica dei materiali notava come «l’artista ha una sola ambizione: dominare la materia in modo tale che la sua opera risulti indipendente dal valore e dal materiale di cui è fatta». Secondo tale inedita visione le opere, in genere, risultando indipendenti dalla loro fisicità, sono da considerarsi come un atto di dominio sulla materia; ebbene, tra i materiali artistici che affascinano per la loro straordinaria fisicità, tattilità e capacità di controllo in fase di lavorazione v’è la ceramica. Pertanto, non è un caso che tale materiale potrebbe ben inserirsi nelle interessanti suggestioni di Loos, per due ordini motivi: la sua ordinarietà in natura e l’esigenza di una manipolazione tanto sofisticata quanto sapiente, coniugata a lunghi tempi di lavorazione. Ed ecco, a tal proposito, la quinta edizione della BACC2022 – Biennale d’Arte Ceramica Contemporanea, in programmazione presso il Museo Archeologico Tuscolano e le Scuderie Aldobrandini di Frascati, dal 14 maggio al 10 luglio 2022, a cura di Lorenzo Fiorucci, con la partecipazione curatoriale di Beatrice Conte e Francesca Pirozzi. Una narrazione sorprendente, che si snoda attraverso le produzioni ceramiche di quindici artisti internazionali – sedici se si conta la sezione omaggio a Emanuele Astengo – che si confrontano con il tema cardine della manifestazione, vedere l’invisibile.
Il percorso espositivo della BACC2022 vive e si sviluppa presso uno dei gioielli più affascinanti della città di Frascati, le Scuderie Aldobrandini luogo che custodisce reperti archeologici di epoca repubblicana ed imperiale rinvenuti sul Monte Tuscolo, assieme a ricostruzioni architettoniche delle Ville Tuscolane. La ricchezza storica ed architettonica del sito museale valorizza di per sé il montaggio espositivo, ben calibrato ed altrettanto proficuamente dialogante con i reperti antichi. Tuttavia il carattere saliente della proposta è rappresentato dalla interessante presenza di contenuti testuali culturalmente strutturati ed abilmente divisi in macro-tematiche, cui gli artisti si sono vivacemente confrontati. In altri termini, da una visuale complessiva della rassegna, affiora un riuscito lavoro di squadra del team curatoriale che è stato in grado di selezionare gli artisti e le loro opere, facendo emergere, al contempo, connessioni e relazioni legate all’alterità creativa che si sviluppano attorno alla lavorazione del materiale ceramico.
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