“La bellezza come utopia della vita”

Così Giovanni Stella, ebbe a dire nel presentare l’900, che nella seconda metà del secolo è segnata dall’apparizione dell’arte astratta d’oltre oceano ed europea. Questo indirizzo, nel mentre segna un cambiamento epocale che sembra voler sovvertire, se non azzerare, quanto prodotto nei millenni precedenti in termini di arte figurativa, di fatto, se visto dalle nuove postazioni di questo terzo millennio, può essere considerato per certi aspetti confermativo e per altri conclusivo, ma non distruttivo della lunga tradizione fondata sulla necessità narrativa attraverso la figurazione, e sull’uso di strumenti e materiali espressivi consolidati e impreziositi nel tempo, a partire dai graffiti delle caverne dell’homo sapiens sapiens.”

Oggi presentiamo un’opera di Costantino Baldino, artista raffinato pone la tela jeans come base per folgoranti cromie, percorse da linee mobilissime. Mezzo espressivo adottato, fin dagli anni Settanta l’astrazione geometrica di Costantino Baldino pone in risalto lo studio del colore associato alla tessitura del denim materiale prescelto già dagli anni ‘70 come supporto pittorico.

Ma chi è Costantino Baldino?

Artista della scuola di Piazza del Popolo, la sua è una storia è lunga che risale al 1972, anno della prima personale presso lo studio Soligo di Roma, a cui seguirà nel 1975 l’invito del critico Enrico Crispolti per la X Quadriennale di Roma. Da quella data molto tempo è passato e nel corso degli anni Baldino ha consolidato il suo lavoro nella direzione di una musicale orchestrazione del colore, corroborata dallo studio di testi specialistici da Goethe a Kandinskij, da Albers a Itten.

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